Guida approfondita al sacramento della riconciliazione
(in fondo trovi anche il Rito della Confessione)
Leggi QUI quello che dice Papa Francesco
(lì trovi un esame di coscienza più semplice)
IL SACRAMENTO DEL PERDONO
Gesù, Figlio di Dio, ricordati di me nella tua Misericordia
- Preghiera: O Dio, che sei la misericordia e il perdono, e concedi ogni grazia senza alcun merito, illumina la mia mente con la luce del tuo Santo Spirito perché, confessando umilmente i miei peccati, io possa offrirti in sacrificio un cuore umile e contrito e, conoscendo il tuo amore di Padre che mi ha creato e redento, io possa servirti sempre nella gioia e nella pace. Per Cristo nostro Signore. Amen
Madre mia Immacolata, Angelo mio Custode, intercedete per me!
- ESAME PRIMA DELLA CONFESSIONE: Da quanto tempo non mi confesso? Ho compiuto la penitenza? Ho taciuto coscientemente per vergogna qualche peccato grave in una confessione precedente? Ho fatto la Comunione in peccato mortale o senza aver rispettato il digiuno di un’ora? Provo dolore dei miei peccati e mi propongo di lottare per non commetterli più?
1. PRIMO COMANDAMENTO: “Non avrai altro Dio fuori di me”
Ho pregato, con calma e attenzione: al mattino con l’offerta delle azioni della giornata e alla fine della giornata con le preghiere della sera? Durante la giornata, ho avuto altri momenti di preghiera? Ho fatto l’esame di coscienza la sera?
Chiedo a Dio che accresca in me la fede e l’amore per Lui?
Uso i mezzi necessari per acquistare una buona formazione religiosa?
Negli ambiti dove vivo (in famiglia, nell’ambiente di lavoro, ecc.) mi sforzo di essere un vero cristiano con l’esempio e la parola?
Faccio apostolato, cercando (con la preghiera, con piccoli sacrifici personali e con un autentico rapporto di amicizia) che altre persone conoscano Dio e gli vogliano sempre più bene?
Ho negato qualche verità di fede o ne ho dubitato deliberatamente? Ho letto o conservato libri, giornali o videocassette che vanno contro la fede? Li ho trasmessi ad altri?
Ho mormorato esternamente (o internamente) contro il Signore, quando mi è successa qualche disgrazia?
Ho parlato senza riverenza delle cose sante, della Chiesa, del Papa, dei sacerdoti?
Credo in ciò che la Chiesa insegna?
2. SECONDO COMANDAMENTO: “Non nominare il nome di Dio invano”
Ho nominato il nome di Dio senza necessità o, peggio, con ira o senza rispetto?
Ho bestemmiato, dicendo parole ingiuriose contro Dio, contro la Madonna, contro i Santi o contro le cose sante? Se si, sono pentito e deciso a chiedere perdono attraverso il sacramento della Confessione? Ho riparato, almeno dicendo un’Ave Maria o una giaculatoria quando ho sentito altri bestemmiare?
Ho giurato il falso o senza necessità, senza tener conto dell’insegnamento di Gesù: “sia invece il vostro parlare sì, sì, no,no” (Mt 5,37)? Ho riparato al danno che ne è seguito?
3. TERZO COMANDAMENTO: “Ricordati di santificare le feste”
Ho tralasciato di assistere alla Santa Messa la domenica o nelle altre feste prescritte?
Ho ostacolato altri (coniuge, figli, amici, collaboratori, compagni di lavoro) a partecipare alla Santa Messa?
Ho lavorato o fatto lavorare la domenica senza necessità urgente?
Ricorro con frequenza al sacramento della Confessione?
Ho avuto cura di osservare la disposizione del digiuno (almeno un’ora) prima di fare la Comunione?
Il venerdì ho fatto un piccolo sacrificio, ad esempio quello di non mangiare carne oppure una piccola mortificazione?
4. QUARTO COMANDAMENTO: “Onora il padre e la madre”
Ho trattato con delicatezza le persone della mia famiglia?
Coltivo l’affetto e la cura per genitori, soprattutto se anziani? Li rispetto e chiedo loro consiglio?
Ho litigato con il mio coniuge? Evito di riprenderlo, contraddirlo o discutere con lui davanti ai figli? Gli ho disubbidito o l’ho ingiuriato? Ho dato con ciò cattivo esempio?
Ho dedicato al mio coniuge e ai figli tutto il tempo e l’attenzione necessari?
Ho dato loro cattivo esempio, non compiendo io stesso i doveri religiosi, famigliari o professionali?
Ho corretto con affetto e con fermezza i loro difetti o sorvolo su di essi per comodità?
Li ho minacciati o maltrattati con parole o azioni?
Ho trascurato il mio obbligo di aiutarli a compiere i loro doveri verso i famigliari, verso i compagni o gli insegnanti, verso Dio?
Mi sono preoccupato della loro formazione religiosa e morale?
Sacrifico i miei gusti, capricci, svaghi, ecc. per compiere il dovere di dedicarmi alla famiglia?
Mi lamento in presenza della famiglia del peso che comportano gli obblighi domestici?
Evito discussioni o bisticci con i figli, non dando importanza a piccolezze che si superano con il tempo e il buonumore?
Sono gentile con gli estranei mentre mi manca questa gentilezza nella vita di famiglia?
Potendo farlo, ho tralasciato di aiutare le persone che mi sono più vicine (i famigliari, i parenti) nelle loro necessità spirituali e materiali?
Disubbidisco ai miei genitori e ai superiori?
5. QUINTO COMANDAMENTO: “Non uccidere”
Ho fatto qualcosa (per imprudenza o, peggio, per malizia) che abbia recato danno alla vita fisica, morale o spirituale del prossimo?
Ho dato scandalo ad altri con le mie conversazioni, il mio modo di vestire, con l’invito a qualche spettacolo immorale o con il prestito di qualche libro o rivista poco pulita? Se si, ho cercato di riparare alle scandalo?
Considero l’aborto un gravissimo delitto contro l’uomo e contro Dio?
Covo rancori? Invidie? Mi sono adirato?
Ho perdonato le offese ricevute?
Ho recato danno alla mia ed altrui vita, mettendola in pericolo con leggerezza non osservando le regole del traffico? Ho recato danno alla mia salute, ad esempio mangiando o bevendo più del ragionevole o eccedendo nel fumo? Ho fatto uso di droghe? Ho respinto risolutamente qualsiasi invito a farne prova?
Mi sono preoccupato efficacemente del bene del prossimo? L’ho corretto come richiesto dalla carità cristiana?
6. SESTO E NONO COMANDAMENTO: “Non commettere atti impuri, non desiderare la donna d’altri”
Mi sono soffermato volontariamente in pensieri e desideri poco puliti? Ho guardato, letto o parlato di cose disoneste?
Ho commesso qualche azione poco pulita con me stesso o con altri? c’è stata qualche circostanza aggravante, consacrazione a Dio, matrimonio?
Ho preso parte a spettacoli (film, trasmissioni televisive, riunioni, internet) che mi ponevano in occasione di peccato? Sono fermamente deciso di evitarle in futuro?
Ho usato indebitamente del matrimonio facendone uso soltanto nei giorni in cui non ci può essere concepimento e seguendo questo modo di agire senza ragioni gravi? Ho preso farmaci per evitare figli? Ho indotto il coniuge o altre persone a prenderli?
Vivo castamente il fidanzamento e ricorro con frequenza al sacramento della Penitenza e alla Comunione per avere più grazia di Dio? Chiedo a Dio nella preghiera di aiutarmi ad essere puro di cuore e generoso nel sacrificio?
Ho frequentato ambienti poco raccomandabili o cattive compagnie?
7. SETTIMO E DECIMO COMANDAMENTO: “Non rubare, non desiderare la roba d’altri”
Ho sottratto oggetti o denaro altrui? Ho riparato o restituito, se ero in grado di farlo?
Retribuisco con giustizia il lavoro degli altri? Compio i miei doveri sociali (tasse, ecc.)
Ho danneggiato altri nei contratti o relazioni commerciali con inganni, raggiri, corruzioni, bustarelle? Ho riparato al danno causato?
Ho lavorato con serietà, guadagnandomi la retribuzione che ricevo? Ho lasciato, per pigrizia, che si producessero gravi danni nel mio lavoro? Lavoro pensando che a Dio non si debbono offrire cose mal fatte?
Facilito il lavoro degli altri o creo difficoltà: per esempio con litigi, con atteggiamenti negativi o con interruzioni o ritardi, ecc.? ho abusato della fiducia dei miei superiori?
Tollero abusi o ingiustizie che ho l’obbligo di impedire? Faccio preferenze per persone o favoritismi?
Ho prestato il mio appoggio a programmi di azione sociale e politica immorali e anticristiani?
Ho speso più di quanto mi permetteva la mia situazione, gravando ingiustamente sul bilancio famigliare?
Ho tralasciato di dare l’aiuto conveniente alla Chiesa? Faccio elemosine proporzionate alla mia situazione economica?
Sopporto con senso cristiano l’eventuale mancanza di cose necessarie?
8. OTTAVO COMANDAMENTO: “Non dire falsa testimonianza”
Ho detto cose non rispondenti alla verità? Ho riparato al danno che eventualmente ne è conseguito?
Mento abitualmente scusandomi col pensare che “sono cose di poca importanza”?
Ho divulgato (senza alcun obbligo di stato) difetti gravi di altre persone (anche se reali ma non conosciuti)?
Ho aperto o letto la corrispondenza o altri scritti che l’interessato non voleva far conoscere? Ho ascoltato conversazioni contro la volontà di chi le faceva?
Ho calunniato attribuendo ad altri ciò che non era vero?
Ho parlato male degli altri, persone o istituzioni, con l’unico fondamento del “si dice”, “mi hanno raccontato” e simili? In altre parole: ho cooperato in questo modo alla calunnia o mormorazione?
Mi rendo conto che le discrepanze politiche, professionali ed ideologiche non devono offuscarmi fino al punto di giudicare o parlare male del prossimo; e che queste differenze non mi autorizzano affatto a rendere noti difetti morali di alcuno a meno che non lo esiga il bene comune?
- Per accostarsi con frutto al Sacramento della Penitenza
1. Chiedi la grazia dello Spirito Santo (cfr. preghiera iniziale)
2. Preparati con un diligente esame di coscienza. Perciò mettiti alla presenza di Dio, della Vergine Santa, del tuo Angelo Custode e, davanti a loro, interrogati sulla tua condotta dall’ultima confessione ben fatta (cfr. schemi di esame). Ricordati che non sono peccati le tentazioni, gli stati d’animo, le immaginazioni e le sensazioni involontarie e tutto ciò che non passa, direttamente o indirettamente, attraverso la tua consapevole volontarietà. Perciò, guardati dagli scrupoli, da complessi di colpa, da vaghi sentimenti di colpevolezza.
3. Accompagna il tuo esame con un atteggiamento interiore di pentimento (contrizione del cuore) che nasca dall’amore di Dio (dolore dell’anima). E’ l’elemento più importante per una buona confessione; chiedilo al Signore e cerca di suscitarlo col suo aiuto nell’intimo del tuo cuore. Non confonderlo col sentimento o col dispiacere sensibile; è soprattutto un atteggiamento della volontà che rifiuta ciò che è male davanti a Dio e si propone di evitarlo con ogni mezzo. Ti dissoci dal male che hai fatto (perché dispiace a Dio, che è Padre tuo), e ti proponi di ripararlo.
4. Perciò, il vero dolore contiene un proposito sincero e fermo di lottate contro il peccato. Deve essere un “proposito” e non soltanto una buona intenzione. Proposito: cioè un punto concreto su cui lottare, una meta da guadagnarti nella tua vita cristiana, facile da verificare e da controllare nella prossima confessione. Serviti per questo anche del consiglio del sacerdote confessore.
5. Infine, l’accusa (cfr. Rito della Penitenza). Devi andare per accusarti e non per scusarti (a questo ci penserà il Signore!); devi dire il peccato, non descriverlo. Perciò, l’accusa sarà breve, chiara, completa, senza lasciarti vincere dal timore o dalla vergogna che portano solo al rimorso, non all’amore.
6. Il sacerdote ti darà una “penitenza”: un’opera buona da compiere o una preghiera da offrire al Signore, che hanno un valore di riparazione. Servono cioè a “pagare” un poco di debiti che con i peccati accumuliamo davanti a Dio e alla Chiesa. Compila subito o quanto prima, ricordandoti che è il modo migliore per riparare è l’esempio di una vita cristiana coerente e fedele.
RITO DELLA PENITENZA
Il sacerdote si rivolge al penitente:
SAC: Sia lodato Gesù Cristo.
PENitente: Sempre sia lodato.
SAC: Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.
PEN: Amen
SAC: Il Signore sia nel tuo cuore, perché tu possa pentirti e confessare umilmente i tuoi peccati.
PEN: Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo.
Il penitente dichiara il tempo della sua ultima confessione e fa l’accusa dei suoi peccati. Il sacerdote gli da gli opportuni consigli e la penitenza. Poi lo invita ad esprimere contrizione con un atto di dolore, ad esempio:
PEN: Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore.
Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi e ancor più perché ho offeso Te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.
Il sacerdote da l’assoluzione:
Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e resurrezione del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E IO TI ASSOLVO DAI TUOI PECCATI NEL NOME DEL PADRE DEL FIGLIO ┼ E DELLO SPIRITO SANTO.
PEN: Amen
Il sacerdote continua:
La passione di Gesù Cristo nostro Signore, l’intercessione della beata Vergine Maria, il bene che farai e il male che dovrai sopportare ti giovino per il perdono dei peccati, l’aumento della grazia e il premio della vita eterna. Và in pace.
PEN: Amen.
SAC: Sia Lodato Gesù Cristo.
PEN: Sempre sia lodato.
Vergognarsi davanti a Dio è una grazia
Concretezza, onestà e anche – soggiunge Papa Francesco – una sincera capacità di vergognarsi dei propri sbagli: non ci sono viottoli in ombra alternativi alla strada aperta che porta al perdono di Dio, a percepire nel profondo del cuore il suo perdono e il suo amore. E qui il Papa indica chi imitare, i bambini: “I piccoli hanno quella saggezza: quando un bambino viene a confessarsi, mai dice una cosa generale. ‘Ma, padre ho fatto questo e ho fatto questo a mia zia, all’altro ho detto questa parola’ e dicono la parola. Ma sono concreti, eh? Hanno quella semplicità della verità. E noi abbiamo sempre la tendenza di nascondere la realtà delle nostre miserie. Ma c’è una cosa bella: quando noi confessiamo i nostri peccati come sono alla presenza di Dio, sempre sentiamo quella grazia della vergogna. Vergognarsi davanti a Dio è una grazia. E’ una grazia: ‘Io mi vergogno’. Pensiamo a Pietro quando, dopo il miracolo di Gesù nel lago: ‘Ma, Signore, allontanati da me, io sono peccatore’. Si vergognava del suo peccato davanti alla santità di Gesù Cristo”.
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